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A NICE.
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Questo estremo ricovero e quest’ara
A te dedico, o Nice; e ben vorrei
Che i tristi offici a me tu fessi, o cara,
4E miei fossero i tuoi fati sì rei.
Inutil sogno! Dalla Parca avara
Tolta al tuo fido Ermete ecco tu sei;
Ecco tu cadi giovinetta ancora
8Come fior che già langue ed è l’aurora.
Ma Cibele di latte il sasso irrori,
E lo cinga di sue rose Dione;
Versin l’Oreadi nuvoli di fiori,
12E di ligustri intessano corone.
Nè manchi un pio ch’ogn’anno i mesti onori
Ti rinnovi; e la sua dolce canzone
Sul tumulo, ove dormi ombra quïeta.
16Dal ramo ombroso l’usignuol ripeta.