Messi poc'anzi alla Foresta Ascrèa
Il mio rustico pie lieto e contento,
Ma nel toccar l'arena a me parea
Trarne in vece di gioia allo spavento.
5Il bianco Cigno in flebil suon gemea,
Obliando 'l primier dolce concento:
L' annose querce, e i sagri allor scotea
Garruletto non già, ma pigro il vento:
Quando Alisco mi disse in sua favella:
10E non sai la cagion di tanto orrore?
Crucia Tirsi gentil febbre rubella.
Tirsi, m'avrebbe ucciso il mio dolore:
Ma poi temei di dar la morte a quella
Parte, che vive in Voi di questo cuore.
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