Amore m’a[ve] priso
e miso m’à ’n balìa
d’alto mare salvagio;
posso ben, ciò m’è aviso,
5blasmar la segnoria,
che già m’à fatto oltragio,
chè m’à dato a servire
tal donna, che vedire,
nè parlar non mi vole,
10onde mi grava e dole
si duramente - ca, s’io troppo tardo,
consumerò ne lo doglioso sguardo.
Pec[c]ato fece e torto
Amor, quando sguardare
15mi fece la più bella,
che mi dona sconforto
quando degio alegrare,
tanto m’è dura e fella.
Ed io per ciò non lasso
20d’amarla, oi me lasso;
tale mi mena orgoglio
as[s]ai più che non soglio,
sì coralmente - eo la disio e bramo:
Amor m’à preso come il pesce a l’amo.
25Eo son preso di tale
che non m’ama neiente
ed io tut[t]or la servo;
nè ’l servir non mi vale,
nè amar coralemente.
30Dunque aspetto, ch’io servo
sono de la megliore
e seraio con amore
d’amare meritato
. . . [-ato]
35. . . [-ente] - che lo servir non vaglia,
eo moragio doglioso sanza faglia.