I.
Egli le disse: So, so di morire
pallida Iddia fra le tue braccia e sfido
questa morte dolcissima, sorrido
a quest'ora fatal che dee venire.
O, frementi d'amor nel nostro nido
in un bacio lunghissimo svenire!...
Così la gente ci vedrà partire
abbracciati per sempre e senza un grido.
Oh è bello, è bello, sai far della vita
un'eterna dolcezza e poi passare
con un bacio alla morte! Ecco che bramo!
Nella fronte di lei pallida e ardita
risplendettero i grandi occhi di mare
e appassionata sospirò: Moriamo...
II.
Un lampo sotto al sua ciglia folta
brillò d'ebbrezza e porse all'estasiato
le sue labbra divine e il dolce fiato...
Baciò, baciò furente ed ogni volta
che baciava, moriva sull'amato
corpo che come rosa appena colta
era fragrante... Su la coppia stolta
languiva il sole; ma trionfava il fato!
Poi vennero le stelle silenziose...
Cantò il gallo all'aurora di viola
e s'aprirono al dì tutte le porte.
Ma nell'alcova, fra morenti rose
ella gridò: Non mi lasciare sola!
Lui disse: Resterò, fino alla morte!...
III.
Venne la morte; piansero le rose
petali tristi sopra i corpi belli;
egli, confusi aveva i suoi capelli
con le chiome di lei, fresche e odorose.
I grandi occhi non più fieri e ribelli
nelle palpebre la pia morte ascose,
le manine di lei nelle sue pose
e li lasciò sognar sogni novelli...
Venne la luna nel suo dolce viaggio
sovra gli amanti e li guardò: dal cielo
fece piovere un suo pallido raggio,
e vide in quella luce gialla e stanca
fra le rose insecchite e senza stelo
un forte braccio e una manina bianca...