Alla memoria di Guglielmo Toaldi Professore nel Ginnasio-Liceo di Vicenza

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[Nuvola apps bookcase.svg](/wiki/File:Nuvola_apps_bookcase.svg) Questo testo fa parte della raccolta [Versi di Giacomo Zanella](/wiki/Versi_di_Giacomo_Zanella)

[p. [194](/wiki/Pagina:Versi_di_Giacomo_Zanella.djvu/208)]

ALLA MEMORIA

DI GUGLIELMO TOALDI

professore nel ginnasio-liceo di vicenza.

___

Se sui cardini udissi all’improvviso
Strider la porta, e come desto a’ passi
D’uom non atteso, rivolgendo il viso
4Io ti mirassi;

Io ti mirassi a me dinanzi ritto
Coll’usato sembiante e colle vesti
Con cui gli ultimi, presso al tuo tragitto,
8Baci mi desti;

Meraviglia o terror già non avrei
Come al cospetto di defunta salma.
Così vivo ti pinge agli occhi miei
12Memore l’alma!

Io ti ho sempre vicino e ti favello
E gli amorosi tuoi consigli ascolto;
E ben poco mi par quel che l’avello
16Di te mi ha tolto.

[p. [195](/wiki/Pagina:Versi_di_Giacomo_Zanella.djvu/209)]

Non è ver, mio diletto? Il solo frale
Sente del marmo che l'accerchia, il peso;
Ma contro miglior alba agita l'ale
20Lo spirto illeso.

Ne’ giorni andati, o da volume aperto
Togliendo gli occhi, o sulla sera al blando
Alito estivo per sentier deserto
24L’orme mutando,

Quante fïate noi parlammo insieme
Di questo infido trapassar dell'ore,
E di nascosa sovrumana speme
28Nudrimmo il core!

A noi la vita non sembrava un gioco
Vano, volgar; ma di non fral natura
Nobil metallo che scaldato al foco
32Della sventura,

Del dolor sotto i colpi e nel lavacro
De’ nostri pianti ritemprato assume
Glorïose sembianze e simulacro
36Fassi di nume.

Tu, beato scultor, sorger già vedi
L’effigie tua d’eternità nel tempio;
E di là scendi a noi che festi eredi
40D’inclito esempio.

[p. [196](/wiki/Pagina:Versi_di_Giacomo_Zanella.djvu/210)]

Di noi, d’Italia che ti sembra? Al vago
Segreto presagir che il tuo pensiero
Iva allegrando di superba immago,
44Risponde il vero?

Pari a quel nostro antiveder ti sembra
L’amata patria? O, lo stranier respinto
E in un raccolte le divise membra,
48Non tutto ha vinto?

O caro spirto, che vivendo a’ fiumi
Puri guidavi de’ garzoni il coro;
Né bello ti parea senza i costumi
52Puri l’alloro;

Itali giovanetti a stuolo a stuolo
Sovra campo volâr di stragi orrendo,
E da barbara possa il patrio suolo
56Francâr morendo.

Ma del sangue gentil piena la mèsse
Già non fia, se i superstiti non move
Emula fiamma sovra le orme istesse
60Ad altre prove;

Se di maschil pudore e di bei studi
In duro agon non crescono nudriti;
E più schermo non fanno agli ozî ignudi
64De’ vanti aviti.

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