[Nuvola apps bookcase.svg](/wiki/File:Nuvola_apps_bookcase.svg) Questo testo fa parte della raccolta [Poesie inedite (Pellico)](/wiki/Poesie_inedite_(Pellico))
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LA MENTE.
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Conjungere Deo et sustine.
(Eccli. 2. 3).
E che importa ovunque gema
Questa salma sciagurata,
S’altra possa Iddio m’ha data
4Che null’uom può vincolar?
Della creta dagl’inciampi
Esce rapida la mente:
Più d’un tempo è a lei presente,
8Cielo abbraccia e terra, e mar.
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Io non son quest’egre membra
Di poc’alito captive;
Io son alma che in Dio vive,
12Io son libero pensier.
Io son ente, che, securo
Come l’aquila sul monte,
Mira intorno, e l’ali ha pronte
16Ogni loco a posseder.
Invisibile discendo
Or a questi, or a quei lari;
Bevo l’aura de’ miei cari,
20Piango e rido in mezzo a lor.
De’ lontani veggio i guardi,
De’ lontani ascolto i detti:
Mille gaudii d’altrui petti
24Mi riverberan nel cor.
Essi pur, benchè da loro
Lunge sia mio seno oppresso,
San che li amo, san che spesso
28A lor palpito vicin:
San che sol la minor parte
Di me preda è degli affanni;
San che l’alma ha forti vanni,
32Che il suo vol non ha confin.
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Lode eterna al Re de’ Cieli
Che m’ha dato questa mente,
Che lo immagina, che il sente,
36Che parlargli e udirlo può!
Morte, invan brandisci il ferro:
Di che mai tremar degg’io?
Sono spirto, e spirto è Dio;
40Nel suo sen mi salverò.
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