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In un giardin Licoride
Scopre non vile erbetta,
Al nostro suolo estranea,
Che sensitiva è detta. 4
Quell’erba allor di cogliere
Desir le nasce in seno,
Stende la mano, e chinasi
Al florido terreno. 8
Ma appena il dito accostale,
Che quella sviene e langue,
Qual tocca da venefico
Morso di libic’angue. 12
Riman Licori attonita,
Il braccio a se ritira,
E l’erba umil risorgere
Orgogliosetta ammira. 16
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Sdegno ella l’ave, e lagnasi
Che tanto sia ritrosa,
Con man sol usa a svellere
Dal proprio stel la rosa. 24
Allor l’erbetta semplice
Risponde in sua favella:
Esser vorrei l’immagine,
Vorrei, gentil donzella. 28
Sottraggi ad ogni insidia
Il bel natío candore,
Da me l’esempio vedine,
Nè mai t’inganni Amore. 32