L'educazione (Alfieri)

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Signor Maestro, siete voi da Messa? —
Strissimo sì, son nuovo celebrante .—
Dunque voi la direte alla Contessa.
Ma come siete dello studio amante?
5Come stiamo, a giudizio? i' vo' informarmi
Ben ben di tutto, e chiaramente, avante. — .
Da chi le aggrada faccia esaminarmi.
So il Latino benone; e nel costume,
Non credo ch'uom nessun potrà tacciarmi.—
10Questo vostro Latino, è un rancidume .
Ho sei figli: il contino è pien d'ingegno
E di eloquenza naturale, un fiume.
Un po' di pena per tenerli a segno
I du' Abatini e i tre Cavalierini
15daranvi; onde fia questo il vostro impegno.
Non me li fate uscir dei dottorini;
Di tutto un poco parlin o, in tal modo
Da non parer nel mondo babbuini: -
Voi m'intendete. Ora, venendo al sodo,
20Del salario parliamo. I' do tre scudi;
Che tutti in casa far star bene io godo.
Ma, Signor, le par egli? a me, tre scudi?
Al cocchier ne da sei. — Che impertinenza!
Mancan forse i Maestri, anco a du' scudi?
25Ch'è ella in somma poi vostra scienza?
Chi sete in somma voi, che al mi' cocchiere
Veniate a contrastar la precedenza?
Gli è nato in casa, e d'un mi' cameriere;
Mentre tu sei di padre contadino
30E lavorano i tuoi l'altrui podere.
Compitar, senza intenderlo, il latino;
Una zimarra, un mantellon talare,
Un collaruccio sudi-celestrino,
Vaglion forse a natura in voi cangiare ?
35Poche parole: io pago arcibenissimo:
Se a lei non quadra, ella è padron d'andare.—
La non s'adiri, via, caro Illustrissimo;
Piglierò scudi tre di mensusale;
Al resto poi provvederà l'Altissimo,
40Qualche incertuccio a Pasqua ed al Natale
Saravvi spero ; e intanto mostrerolle
Ch'ella non ha un Maestro dozzinale,
Pranzerete con noi; ma, al desco molle,
V'alzerete di tavola: e s'intende
45Che in mia casa abiurate il velie e il nolle.
Oh, ve'! sputa latin chi men pretende.
Così i miei figli tutti; (e' son di razza)
Vedrete che han davver menti stupende
Mi scordai d'una cosa: la ragazza
50Farete legicchiar di quando in quando;
Metastasio, le ariette; ella n'è pazza.
La si va da se stessa esercitando
Ch'io non ho il tempo e la contessa meno
Ma voi glie le verrete interpretando,
55Finchè un altro par d'anni fatti sieno,
Ch'io penso allor di porla in monastero
Perch'ivi abbia sua mente ornato pieno.
Ecco tutto. Io m'aspetto un magistero
Buono da voi. Ma, come avete nome? — .
60A servirla, Don Raglia da Bastiero. —
Così ha provvisto il nobil conte al come
Ciascun de' suoi rampolli un giorno onori
D'alloro pari al suo le illustri chiome.
Educandi, educati, educatori,
65Armonizzando in sì perfetta guisa,
Tai ne usciam poscia italici Signori,
Frigio-vandala stirpe, irta e derisa.

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