Il proclama di Rimini

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[p. [698](/wiki/Pagina:Opere_varie_(Manzoni).djvu/704)]/w/index.php?title=File:Opere_varie_(Manzoni).djvu&page=704

IL PROCLAMA DI RIMINI

FRAMMENTO DI CANZONE.

APRILE 1815.

O delle imprese alla più degna accinto,
Signor che la parola hai proferita,
Che tante etadi indarno Italia attese;
Ah! quando un braccio le teneano avvinto
5Genti che non vorrian toccarla unita,
E da lor scissa la pascean d’offese;
E l’ingorde udivam lunghe contese
Dei re tutti anelanti a farle oltraggio;
In te sol uno un raggio
10Di nostra speme ancor vivea, pensando
Ch’era in Italia un suol senza servaggio,
Ch’ivi slegato ancor vegliava un brando.

[p. [699](/wiki/Pagina:Opere_varie_(Manzoni).djvu/705)]

Sonava intanto d’ogni parte un grido,
Libertà delle genti e gloria e pace!
15Ed aperto d’Europa era il convito;
E questa donna di cotanto lido,
Questa antica, gentil, donna pugnace
Degna non la tenean dell’alto invito:
Essa in disparte, e posto al labbro il dito,
20Dovea il fato aspettar dal suo nemico,
Come siede il mendico
Alla porta del ricco in sulla via;
Alcun non passa che lo chiami amico,
E non gli far dispetto è cortesia.

25Forse infecondo di tal madre or langue
Il glorioso fianco? o forse ch’ella
Del latte antico oggi le vene ha scarse?
O figli or nutre, a cui per essa il sangue
Donar sia grave? o tali a cui piú bella
30Pugna sembri tra loro ingiuria farse?
Stolta bestemmia! eran le forze sparse,
E non le voglie; e quasi in ogni petto
Vivea questo concetto:
Liberi non sarem se non siam uni:
35Ai men forti di noi gregge dispetto,
Fin che non sorga un uom che ci raduni.

Egli è sorto, per Dio! Sì, per Colui
Che un dì trascelse il giovinetto ebreo
Che del fratello il percussor percosse;
40E fattol duce e salvator de’ suoi,
Degli avari ladron sul capo reo
L’ardua furia soffiò dell’onde rosse;
Per quel Dio che talora a stranie posse,
Certo in pena, il valor d’un popolo trade;

[p. [700](/wiki/Pagina:Opere_varie_(Manzoni).djvu/706)]

45Ma che l’inique spade
Frange una volta, e gli oppressor confonde;
E all’uom che pugna per le sue contrade
L’ira e la gioia de’ perigli infonde.

Con Lui, signor dell’Itala fortuna
50Le sparse verghe raccorrai da terra,
E un fascio ne farai nella tua mano
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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