Congedo (Zanella)

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[Nuvola apps bookcase.svg](/wiki/File:Nuvola_apps_bookcase.svg) Questo testo fa parte della raccolta [Versi di Giacomo Zanella](/wiki/Versi_di_Giacomo_Zanella)

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CONGEDO.

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Carme XI dello Stesso.

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Furio ed Aurelio, di Catullo amanti
Indivisi compagni, o ch’ei del Gange
Tenda ai lidi, ove il mar indico frange
4L’onde sonanti;

O che agl’Ircani e dove molle odora
Arabia, ai Parti onusti di saette,
A’ Saci e dove il Nilo il mar con sette
8Foci colora;

O ch’oltre le sublimi Alpi vïaggi
Del gran Giulio mirando i monumenti,
Vegga il gallico Reno, i truculenti
12Angli selvaggi;

Pronti meco a tentar questo o se prova
Altra più perigliosa il ciel m’appresta,
Alla mia donna nunzî ite di questa
16Infausta nuova;

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Viva pur ella avventurosa e rida
Co’ trecento suoi drudi, che congiunti
Tiene ad un laccio e tutti manda emunti
20A tutti infida;

Nè più riguardi all’amor mio, caduto
Per colpa sua, come sull’orlo cade
D’un prato il fior che oltrepassando rade
24Vomere acuto.

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