Capitolo sopra il nome suo

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S’io avessi manco quindici o vent’anni,
Messer Gandolfo, io mi sbattezzerei,
Per non aver mai più nome Giovanni;3

Perch’io non posso andar pe’ fatti miei,
Né partirmi di qui, per ir sì presso,
Ch’io nol senta chiamar da cinque a sei.6

E s’io mi volto, io non son poi quel desso;
E par che n’escan fuor oggi di tanti,
Che in buona fede è un vituperio espresso.9

I cappellani, i notai, i pedanti
( Vi so dir io, non ne va uno in fallo )
Gli hanno nome Giovanni tutti quanti.12

Così qualche intelletto di cavallo,
Barbier o castraporci o cavadenti
Sempre han viso d’aver quel nome, ed hallo.15

Credo che ’l primo che mostrò alle genti,
Come dir mele cotte o maccheroni,
Non ebbe nome gran fatto altrimenti.18

Anche chi ’nsegnò far lessi i marroni,
Chi trovò i citriuoli e ’l cacio fresco,
Credo che fosse un Giovanni, e de’ buoni.21

Per Dio, ch’ io vorrei anzi esser Tedesco,
E poco manco ch’ io non dissi Ebreo,
E verbi grazia aver nome Francesco.24

Più tosto accetterei Bartolommeo,
Più tosto mi farei chiamar Simone,
E presso ch’ io non dissi anco Matteo.27

E però chi battezza le persone,
Doverebbe tener la briglia in mano,
E non lo metter senza discrezione.30

Voi e questi altri, che m’ amate sano,
Non mi chiamate, di grazia, Giovanni:
Pur chi mi vuol chiamar, mi chiami piano.33

Vo’ più tosto tirato esser pe’ panni,
Chiamato a grido, come uno sparviere,
O vero al fischio, come un barbagianni.36

Perché mi par tuttavia di vedere,
Che nessun non si voglia impacciar meco,
Che nessun voglia bere al mio bicchiere,39

Va dì, che possi derivar dal Greco,
Come certi altri nomi, e rassettarlo,
E mettergli un cognome bravo seco.42

Giann’Anton, Gian Maria, Gian Pier, Gian Carlo,
Infin a Gian Bernardo e Gian Martino
Odi, se gli è chi voglia accompagnarlo.45

Non si può dir né in volgar né in latino:
Cavine pur chi vuol lettere, o metta,
Che nol racconceria Santo Agostino.48

Svergognerebbe ogni bella operetta:
Perché chi vede il nome dell’ autore,
Fa subito pensier d’ averla letta;51

Sì che mio padre si fe’ un bell’ onore
A ritrovar questa poltroneria
Da battezzare un suo figliuol maggiore,54

Acciocché se mi parla chi che sia,
Che mi voglia contar le sue ragioni,
Mi dica al primo tratto villania.57

Sanza che munitori e citazioni
Comincian per Giovanni d’ otto i sette,
E quel che più m’ incresce, i cedoloni,60

Che m’han dato a miei dì di grandi strette,
Quando io leggo così nel primo aspetto,
Anzi ch’io sappia che cognome ei mette.63

E’ m’ è venuto alle volte sospetto
Di non ne aver a ir fra gente e gente
Rinvolto nella cappa stretto stretto.66

Nome, che spiace a chi ’l dice e a chi ’l sente:
Che non è uom, che lo volesse avere
Né per amico né per conoscente.69

Non gli sta ben né Signor né Messere,
Ma calzerebbe ben per eccellenza,
Se voi gli deste un Maestro o un Sere.72

E s’un non ha più che buona presenza,
Non lo confessi e non lo dica mai,
S’ egli ha bisogno di robe a credenza.75

Mutalo e sminuiscil, se tu sai:
O Nanni o Gianni o Giannino o Giannozzo,
Come più tu lo tocchi, peggio fai,78

Che gli è cattivo intero, e peggior mozzo.

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